lunedì 19 settembre 2016

OLTRE I CONFINI DEL TEMPO - DODICESIMA PUNTATA

CAPITOLO 12


S
ara si lasciò cadere sul letto, sfinita. Era stata una giornata interminabile e ricca di emozioni; non aveva avuto un attimo per riflettere con calma sull’enormità della decisione presa: tutti volevano congratularsi con lei! Aveva stretto mille mani e dispensato sorrisi, al punto che ora le doleva la mascella. L’intera servitù di casa Nardò era su di giri. Persino Gina, che negli ultimi giorni era diventata per lei qualcosa di molto simile a un’amica, l’aveva inondata di chiacchiere e felicitazioni, facendole venire il mal di testa.
     Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
     Sara, in che guaio ti sei cacciata?
     Cosa le era saltato in mente di accettare di sposare Giulio? D’accordo, lui era adorabile. Bello, affascinante e ricco. Ma si conoscevano da meno di due settimane! Lo stesso tempo che le era servito per dimenticare quello che aveva creduto l’amore della sua vita: Mario.
     E se anche quella folle attrazione per Giulio fosse scomparsa? E lei si fosse ritrovata intrappolata in un matrimonio che non desiderava realmente, lontana dal suo mondo e dalle persone che amava? Più si legava a Giulio, meno possibilità aveva di tornare indietro. Se ne rendeva conto?
     Si sentì soffocare e si tirò su di scatto, per correre ad aprire la finestra. Aveva bisogno di aria. Per fortuna, la brezza leggera della sera le diede un po’ di sollievo. Stava per allontanarsi, quando colse un’ombra familiare dirigersi verso le stalle. Era Giulio. Avrebbe riconosciuto il suo incedere deciso anche a chilometri di distanza. Ammirò il suo fisico asciutto che sprizzava vitalità e si ritrovò a sospirare, come una ragazzina di fronte alla rockstar preferita.
     Come spinta da un impulso irrefrenabile, si gettò uno scialle sulle spalle e scese in giardino, nel tentativo di raggiungerlo. Lo trovò insieme a Nerone, intento a strigliare per bene il proprio cavallo.
     – Ciao – gli disse, appoggiando la schiena alla parete di legno della stalla, le braccia strette attorno allo scialle.
     Lui si voltò e, vedendola, sorrise. – Ciao. Ancora in piedi?
     Sara fece un sospiro. Notò che Giulio aveva un accenno di ombre scure sotto gli occhi, che però non toglievano nulla alla sua rude bellezza. – Non riesco ad addormentarmi. E tu?
     – Anch’io. Troppi pensieri per la testa.
     – Dimmi che non stiamo facendo una cazzata.      
     Lui corrugò la fronte, in un gesto che ormai le era divenuto familiare. – Che cosa?
     – Mi riferisco al matrimonio. E se ci stiamo imbarcando in qualcosa di molto più grande di noi? Non hai paura?
     La sua bassa risata quasi la fece trasalire. – Sara, centinaia di persone si sposano ogni giorno nel mondo. Non è una malattia incurabile. Di cosa hai paura?



     Lei gli si avvicinò, soffermandosi a un passo da lui. Si era arrotolato le maniche della camicia e il suo sguardo fu calamitato dalle sue braccia muscolose, ricoperte da una peluria scura molto virile. Era bello da morire. – Non lo so, mi sembra tutto così affrettato… ci conosciamo da meno di due settimane!
     Giulio si tese verso di lei per sfiorarle un braccio. – Considerato che ci sono persone che si sposano senza mai essersi viste o frequentate, noi partiamo avvantaggiati.
      – Ti stai burlando di me?
      – Niente affatto. Pensa a tutte quelle fanciulle che vengono promesse in sposa dai propri genitori a uomini che nemmeno conoscono. Alcune di loro non sono mai state baciate e non sanno se il loro futuro marito sarà buono con loro o si comporterà in maniera rude, stuprandole la prima notte di nozze. Quante unioni ci sono di questo tipo? Per noi è diverso. Non ho dubbi sul fatto che sotto alle lenzuola faremo scintille, insieme.
     Lei rabbrividì ignorando il suo sguardo malizioso. Non aveva mai riflettuto su come andassero certe cose a quei tempi. Le donne erano considerate oggetti di cui disporre liberamente. In quell’ottica, era stata fortunata a incontrare un uomo come Giulio.
     – Ma un matrimonio non si basa solo sul sesso – protestò, un poco indignata. – E se la nostra fosse solo attrazione fisica? Che bisogno c’è di sposarsi? Possiamo semplicemente andare a letto insieme!
     Un sopracciglio di Giulio schizzò verso l’alto. – Strano che a dirlo sia tu. Di solito è l’uomo quello che cerca di liberarsi dal giogo del matrimonio, cercando solo il proprio divertimento con donne compiacenti. E se non sbaglio, quando ti ho proposto di diventare la mia amante, ti sei rifiutata.
     – Forse ho sbagliato – Sara lo fissò con aria di sfida. Non capiva come facesse a essere così tranquillo, quando si discuteva del loro futuro insieme. Non era lui quello che diceva di non volersi sposare? Il sangue le pulsava nelle orecchie e il cuore si muoveva al ritmo di una danza scatenata, mentre restava in attesa di una sua risposta. Stava giocando col fuoco e il rischio era quello di scottarsi. Per sempre.

* * * * * * * * * *

Giulio si grattò la testa, incerto su come prendere quel voltafaccia. Quella ragazza si metteva d’impegno per confonderlo, ma lui non intendeva cedere su quel punto. Adesso non si sarebbe accontentato di niente di meno di un matrimonio in piena regola. Non gli bastava più la semplice idea di possederla. Voleva che Sara fosse sua moglie e che a nessun altro potesse passare per il cervello di portargliela via.
     Socchiuse gli occhi. – Abbiamo già annunciato il nostro fidanzamento alla mia famiglia – disse, sforzandosi di mantenere un tono di voce calmo e conciliante; poco importava se l’unico membro familiare in questione fosse sua madre, la quale sarebbe stata ben lieta di un ripensamento. – Hai idea di cosa succederebbe, se ci tirassimo indietro ora?
     La vide scuotere la testa, i riccioli biondo rame che le danzavano attorno al viso. Dio, se era bella! Non riusciva a smettere di fissarla e la desiderava in un modo talmente devastante che era una vera tortura cercare di rispettare l’impegno preso e attendere fino alla prima notte di nozze.
     Imprecò sottovoce. – Diamine, Sara… saresti rovinata!
     – Definisci il termine “rovinata”, per favore.
     La sorpresa gli fece sbattere le palpebre. – Finiresti sulla bocca di tutti e nessuno vorrebbe più sposarti, o avere a che fare con te – Ignorò volutamente il fatto che Sara effettivamente fosse già in rovina, senza un tutore che si occupasse di lei, o una dote.
     Lei lo fissò in cagnesco. – Tutto questo solo per aver rifiutato di sposarti?
     Giulio annuì con convinzione. – Certo.
     – Stai cercando di dirmi che non si torna indietro?
     – Esattamente.
     Sara chiuse gli occhi, appoggiando la testa al suo petto. Quel semplice contatto lo fece fremere di desiderio. Tutti i suoi muscoli si tesero e il cuore cominciò a battergli contro le costole, come impazzito. – E cosa succederà se uno di noi due si pentirà della decisione presa? – chiese lei, in un sussurro.
     Giulio le prese il mento fra due dita, costringendola a guardarlo. – Non accadrà. Mai.
     Lei tremò quasi impercettibilmente fra le sue braccia. Sembrava un cucciolo smarrito e lui promise a se stesso che se ne sarebbe preso cura nel migliore dei modi. – Sara, io ti renderò felice. Lo giuro.
     – Un altro ragazzo, tempo fa, mi promise la stessa cosa – fece lei, la voce rotta dall’emozione. – Sai com’è finita? Si è messo con un’altra, senza curarsi affatto dei miei sentimenti o di quello che provavo per lui. Non voglio rendermi conto di aver fatto di nuovo un terribile sbaglio. Non lo sopporterei.
     Giulio si irrigidì. Dunque c’era stato davvero un altro uomo nella vita di Sara. Un pensiero omicida si fece strada in lui, con la forza di un uragano. Dovette chiudere gli occhi e inspirare, nel tentativo di calmarsi. – Bastardo, figlio di puttana! – mormorò, accarezzandole piano i capelli.
     Sara si staccò da lui quel tanto che bastava per guardarlo. – Tu non mi lascerai, vero? Promettilo!
     – Non lo farò – E nel preciso momento in cui pronunciò quella frase, seppe che era vero.

* * * * * * * * * *

Sara non sapeva per quale motivo gli avesse chiesto una cosa del genere. In fondo non era lei a desiderare di fuggire da lì, per fare ritorno nella sua epoca? Ciononostante si sentì sollevata al pensiero che lui facesse sul serio. Nessuno l’aveva mai fatta sentire importante come stava facendo Giulio adesso. Era rassicurante.
     E poi non doveva dimenticare che forse non sarebbe mai tornata indietro. Qualunque cosa fosse successa, ora sapeva che Giulio sarebbe rimasto al suo fianco. Era strano, ma sentiva di potersi fidare ciecamente di lui.
     Protese le labbra verso le sue, sollevandosi sulla punta dei piedi, e lo baciò. Immediatamente lui la cinse con le sue forti braccia, approfondendo il bacio e facendole venire i brividi. – Voglio fare l’amore con te – gli disse, staccandosi. 
     Giulio rise, la voce ridotta a un sussurro roco. – Dannazione, Sara… non sai che tortura sia per me dovermi trattenere. Ma voglio aspettare la prima notte di nozze. Non intendo disonorarti in alcun modo.
     Lei sbuffò. Trovava ridicola quell’usanza, ma si costrinse ad accettare il fatto che Giulio avesse una mentalità diversa dalla sua. Avrebbe dovuto imparare a conviverci, così come con tante altre cose. Tornò a fissarlo negli occhi. – D’accordo. Aspetteremo. Tuttavia, c’è un’altra cosa importante che devo chiarire prima del matrimonio.
     Giulio la strinse più forte contro il proprio petto. – Dimmi, ti ascolto.
     – Promettimi che non mi tratterai mai come un oggetto. So che una donna non viene considerata un essere pensante, eppure lo siamo. Io sono stata educata diversamente e non riuscirei a sottostare a determinate regole, neppure se mi impegnassi.
     Lui sorrise, negli occhi un accenno di ironia. – Non ho intenzione di cambiare quello che sei. Mi piaci esattamente così: sveglia, testarda, appassionata… amo il tuo carattere ribelle e il fatto di poter parlare con te, proprio come farei con un altro uomo. Non ti trasformerei mai in una di quelle damigelle insulse, capaci solo di discutere del tempo e pronte a chinare la testa in qualsiasi momento. Voglio una donna stimolante e audace al mio fianco ed è per questo che ho scelto te.    
     Sara sbatté le palpebre e tirò su col naso. Le sue parole l’avevano commossa. – Okay – mormorò, sforzandosi di darsi un contegno. Non voleva trasformarsi in una ragazza piagnucolosa proprio adesso!
     Giulio aggrottò di nuovo la fronte. – Okay? Che diavolo significa?
     Mordendosi la lingua, Sara imprecò sottovoce. Non avrebbe imparato mai a esprimersi come una dama dell’Ottocento. Era più forte di lei. – Va bene… intendevo dire che è tutto a posto.
     Ma lui stavolta non si diede per vinto. – Ne sono felice, ma dove hai tirato fuori questo termine così buffo? Okay… non l’ho mai sentito! E non dirmi che è un’espressione tipica fiorentina. Abbiamo dialetti differenti, è vero, ma talvolta ho l’impressione che tu ti esprima proprio in un’altra lingua.
     – Inglese. Deriva dall’inglese parlato nelle colonie americane, d’accordo? – fece lei, spazientita, alzando gli occhi al cielo. – Zero killed, nessun morto, quindi significa tutto bene. È più chiaro adesso o devo essere messa in croce per ogni singola parola che dico?
     Giulio pareva perplesso. – Hai vissuto nelle colonie americane? È da lì che nascono certe tue stranezze?
     – Non ho detto questo. E non sono strana! – Sara si staccò da lui con uno strattone e si mise le mani sui fianchi, sempre più esasperata. E se ora lui l’avesse tempestata di domande? Ma Giulio fece un sorrisino, attirandola nuovamente a sé.
     – Adoro quando ti infiammi così. Mi viene voglia di baciarti fino a toglierti il respiro.
     Lei inarcò un sopracciglio. – Perché non lo fai, allora?

     E lui la baciò.


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