Jacopo rimase a guardarla
intenerito. Era stupenda, sdraiata sul suo letto, coi capelli arruffati attorno
al viso e le gote accese per il piacere appena provato.
Lei si sollevò
su un gomito, lo sguardo allarmato. – Non è tutto già finito, vero? Voglio
dire, tu…
– No, Viola. In realtà deve ancora cominciare.
Si portò una
mano all’inguine.
Cazzo. Ce
l’aveva così duro che gli faceva male.
Si calò i
jeans, liberandosene velocemente, per poi incatenare di nuovo lo sguardo su
Viola. – Ti farà un po’ male, piccola – si scusò. Se avesse potuto evitarle il
dolore della prima volta, lo avrebbe fatto. Ma non era possibile, purtroppo.
Lei gli
sorrise in quel modo dolce che lo mandava in estasi. – Non importa. Voglio
darti piacere, Jacopo. Lo voglio così tanto.
Lui deglutì.
Era rimasto senza parole, cosa che gli succedeva raramente. Per nascondere
l’imbarazzo, si protese verso il comodino alla sua sinistra e frugò nel primo
cassetto.
Dove aveva
messo i preservativi?
Ah, eccoli!
Ne prese una
confezione e la aprì coi denti, facendo attenzione a non danneggiarlo. Dio, era
così eccitato che gli tremavano le mani.
– Posso
aiutarti? – La voce un po’ infantile di Viola lo fece trasalire. – Ti prego,
voglio imparare.
– D’accordo.
Devi posizionarlo sulla punta e poi srotolarlo lentamente. Sì, così. Brava.
Le parole gli
uscirono leggermente roche e dovette trattenere un sibilo.
Cristo, sentir
scorrere le dita di Viola sul proprio pene era la cosa più eccitante che avesse
mai provato in vita sua. E dire che ne aveva avute di donne prima di lei. Ma
Viola era speciale. Unica.
Le allargò le
cosce con il ginocchio, posizionandosi al centro; l’uccello che premeva alla
base della sua apertura. Voleva fare piano, ma non era sicuro di riuscire a
controllarsi. Un gemito soffocato gli uscì dalla gola nell’esatto momento in
cui glielo mise dentro, spingendo fino in fondo. La sentì irrigidirsi, sul
volto una smorfia di dolore che avrebbe voluto cancellare con i baci.
Dio, quanto
era stretta.
Vergine.
Inviolata.
Sua.
– Viola, mi
dispiace – disse fermandosi all’istante, i muscoli di tutto il corpo in
tensione. – Vorrei rendertelo più facile, ma…
– Non ti
preoccupare – La voce di lei era un rauco sussurro. – Va bene così. Posso
sopportarlo.
Le dita
affusolate di Viola si posarono sul suo zigomo sinistro e scesero sul mento,
dove un accenno di barba gli rendeva la pelle più ispida. I suoi occhi erano
sognanti, come se davvero non le importasse del dolore appena provato,
concentrati su di lui.
Jacopo provò a
muoversi. Uscì lentamente, per poi riaffondare in lei.
Dio, non era
certo di riuscire a mantenere quel ritmo.
Sentiva
l’esigenza di spingere più veloce, più forte, martellarla senza fine.
Alla fine
strinse i denti. – Viola, non so descriverti quello che sto provando. Mi stai
mandando in pappa il cervello.
Lei sorrise.
Un sorriso timido, incerto. Dolcissimo. – È la stessa cosa che sto provando io.
Oh, Jacopo, mi fai toccare il cielo con un dito. Ti prego, non trattenerti. Non
trattarmi come se fossi una bambola di porcellana.
A quel punto,
non riuscì proprio a fare piano. Le catturò le labbra con un bacio umido che
sapeva di buono, i fianchi che si muovevano frenetici dentro e fuori di lei. La
sua fica lo avvolgeva come una guaina bollente, incredibilmente stretta e
scivolosa.
Se quello non
era il Paradiso, gli somigliava maledettamente.
Quando tutto finì, Viola si
accorse di avere le unghie conficcate nella schiena di Jacopo. Non se ne era
resa conto, ma doveva avergli lasciato dei segni.
Che vergogna!
– Ti è
piaciuto? – Si sentiva ansiosa e imbarazzata mentre lui si afflosciava su di
lei, privo di forze.
La sua bassa
risata ruppe il silenzio. – Dovrei essere io a chiederlo a te, non ti pare?
Jacopo le
scostò un ricciolo dalla fronte e lei arrossì. – Be’, io non ho termini di
paragone. Ma vorrei sapere se a te è
piaciuto.
– Viola, non
mi è solo piaciuto. È stato
fantastico.
Lui rotolò al
suo fianco, sudato e ansante. Era così bello. Viola avrebbe voluto allungare la
mano e toccarlo, ma all’improvviso si riscoprì timida e impacciata. Si coprì
col lenzuolo, distogliendo lo sguardo. – Quindi, non ti sei pentito?
Jacopo si fece
a un tratto serio, concentrato. – Tu ti sei pentita? – Nella sua voce percepì
una preoccupazione che la intenerì e rassicurò al tempo stesso.
– Mai. È stata
la notte più bella della mia vita. Non la dimenticherò finché vivo.
– Nemmeno io,
Viola – Si protese verso di lei, sfiorandole le labbra con un dito. – Nemmeno
io.
Il bacio che
seguì fu dolce, tenero. Il bacio di due amanti che si scambiano tenerezze dopo
il sesso. La parte che Viola preferiva.
Doveva
ammetterlo: sentirlo muoversi dentro di lei era stato emozionante, ma non
piacevole. Aveva provato un dolore intenso, acuto, che l’aveva lasciata quasi
stordita. Ma tutto ciò che aveva preceduto il rapporto sessuale vero e proprio,
be’… quello era stato meraviglioso. Era certa di non aver mai provato un
piacere così intenso. Adorava le carezze di Jacopo, i suoi baci. Non si sarebbe
mai stancata di baciarlo. Come ora, le loro lingue che si intrecciavano,
comunicandosi vicendevolmente un messaggio segreto che solo gli innamorati
potevano comprendere.
Si strinse
maggiormente a lui, ruotando il bacino. Ma Jacopo si staccò da lei
all’improvviso, un sorriso di scuse sulle labbra carnose. – È meglio che ti
riaccompagni a casa o farò di nuovo l’amore con te. E non è proprio il caso.
Non adesso.
Lei dovette
reprimere un sospiro di acuta delusione. – Per me non c’è problema – mormorò,
sollevandosi su un gomito.
– Viola, è
stata la tua prima volta – Il suo tono era inflessibile. A un tratto era
tornato il professore e lei l’allieva. – Non voglio stancarti. Sarai
sufficientemente provata.
Lei si morse
il labbro. – Sento solo un po’ di bruciore. Davvero, non è nulla…
– Viola… – La
fissò severo e lei fu costretta a capitolare. – La prossima volta andrà meglio,
vedrai. Mi assicurerò di farti godere così tanto da dimenticare questo…
fastidio.
– Oh, allora
ci sarà una prossima volta? Davvero? – Viola non avrebbe voluto manifestare
così apertamente la propria apprensione, ma non era riuscita a frenarsi in
tempo. Il cuore aveva ripreso a battere forte, lo sentiva rimbombare contro lo
sterno.
Lui le sfiorò
di nuovo le labbra con le proprie. – Puoi scommetterci, piccola.
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RispondiEliminaBellissimo... <3 Complimenti Laura!
RispondiEliminaGrazie! :-*
EliminaBellissimo, molto dolce fa dimenticare che queste cose non dovrebbero succedere. Non vedo l'ora di leggere il seguito soprattutto se la loro storia continuerà.
RispondiEliminaSai, quando ho iniziato a scrivere questa storia, mi sono chiesta come sarebbe stata accolta dai lettori: l'argomento era un po' scabroso e la prima cosa che viene in mente è quello che tu stessa hai scritto, e cioè che non dovrebbe accadere. Però il mio intento non era quello di parlare di un tentativo di seduzione sterile, senza sentimento. Volevo parlare di una storia d'amore fuori dagli schemi, ma pur sempre una storia d'amore. Quindi, sono felice che questo venga recepito da chi legge. Anche se l'argomento resta scabroso e moralmente deprecabile.
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